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Operazione "Leonte" - Diario Storico - Parte II

Prima parte

3. La rimozione del Blocco Navale

a. Conseguenze del Blocco Navale

La situazione in Libano è difficile. Nonostante la fine delle ostilità il Paese stenta a ritrovare la normalità. Il Blocco Navale imposto da Israele, infatti, grava pesantemente su una economia quasi completamente dipendente dagli scambi via mare e già stremata dalla guerra.

Nel Paese mancano anche i beni di prima necessità visto che neanche ai convogli di aiuti umanitari è consentito l’accesso nei porti.

La popolazione libanese vive la situazione con un sentimento di umiliazione e di crescente esasperazione.

Il rischio è che la disperazione possa riaccendere focolai di violenza, mettendo a rischio la fragile tregua faticosamente raggiunta.

L’imposizione del Blocco Navale non colpisce solo il Libano ma ha anche sensibili impatti economici sull’intera area mediorientale. Il Libano, infatti, funge da “mercato vetrina”, la cui forte vocazione commerciale, nonché le triangolazioni regionali attraggono grandi quantità di merci in ingresso,  destinate ai Paesi limitrofi, in particolare Giordania, Iraq e tutti i Paesi della Penisola Arabica.

L’arrivo della UN Maritime Task Force, sotto comando tedesco, che avrebbe dovuto sostituire Israele nel controllo del mare e determinare la rimozione del Blocco Navale, è un traguardo ancora troppo lontano a venire. Potrebbe giungere in zona ed assumere il controllo del mare non prima della metà di ottobre.

Attenderla significherebbe per il Libano almeno altri 40 giorni di sofferenza che, con ogni probabilità, potrebbero sfociare in violenza, rischiando di riportare il Paese nel vortice della guerra.

 

b. L’iniziativa Italiana

Dal termine delle Operazioni di sbarco, in pochi giorni, la missione del Gruppo Navale Italiano cambia completamente di connotazione, trasformandosi in attività di pattugliamento marittimo in supporto alla Marina Libanese e conseguendo il risultato, di grande importanza per il Libano, di rimuovere il Blocco Navale imposto dalle Autorità Israeliane.

Il tutto avviene nel giro di 4 giorni, secondo la sequenza di eventi di seguito riportati.

  • 4 settembre

    l’A.D. De Giorgi, accompagnato da S.E. l’Ambasciatore d’Italia in Libano, dott. Franco MISTRETTA, è ricevuto, in visita protocollare, dal Primo Ministro Libanese Fouad SINIORA. Nel corso dell’incontro, di rilevante importanza sia per l’inusuale opportunità di incontrare una così elevata carica politica sia per la sua durata di 45 minuti, il Capo del Governo Libanese esprime un esplicito apprezzamento per il ruolo dell’Italia nell’ambito della crisi libanese, rappresentando l’auspicio che il Gruppo Navale Italiano possa concorrere a creare le condizioni di sicurezza per la rimozione immediata del Blocco Navale dalle acque libanesi.

    Lo stesso giorno, il Comandante della Task Force è ricevuto dal Ministro della Difesa Libanese, Elias MURR, e poco più tardi, dal Comandante de l’Armée, Gen. Michel SULEIMAN:
    Anche queste personalità avanzano analoga richiesta all’Italia, vale a dire di impiegare il Gruppo Navale già presente in Area per garantire la sorveglianza degli accessi al Libano, in accordo alla UNSCR 1701, ed indurre così Israele alla rimozione del Blocco Navale.

    Alla luce della gravità della situazione per la popolazione civile, l’Italia risponde prontamente alla richiesta delle Autorità libanesi. Il Comandante del Gruppo Navale Italiano riceve la piena delega ad effettuare quanto in suo potere per concordare ed avviare le attività di sorveglianza degli accessi alle acque libanesi.

    La sera stessa del 4 settembre, viene inviato il primo nucleo di Ufficiali e Sottufficiali presso il comando UNIFIL a Naqoura. Lo scopo è costituire un Centro di Operazioni Navali (NOC), in grado di monitorare le attività marittime, capacità del tutto assente presso il comando UNIFIL, finora a connotazione prettamente terrestre.

    L’esigenza di ridurre i tempi non consente lunghe trattative. La strada che si decide di percorrere è quella di redigere un Protocollo Operativo trilaterale tra il Gruppo Navale Italiano, le Forze Armate Libanesi e UNIFIL.
     
  • 5 settembre

    Presso la Base Navale delle Forze Armate libanesi a Beirut, viene un incontro, a livello Staff, tra i rappresentanti del Gruppo Navale Italiano, delle Forze Armate Libanesi e del comando di UNIFIL per la definizione delle modalità operative per l’impiego della Task Force Marittima nel pattugliamento delle acque prospicienti il Libano. In questa sede vengono poste le basi per la stesura del Protocollo Operativo trilaterale che, basato sulle decisioni della UNSCR 1701, costituirà il riferimento per la condotta delle Operazioni Marittime, non solo del Gruppo Navale Italiano ma anche della subentrante Task Force ONU a guida tedesca
     
  • 6 settembre

    Il Primo Ministro Libanese Siniora, invia al Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan (Annesso B), una lettera con la richiesta di istituire una Forza Navale in grado di assicurare il controllo delle acque prospicienti il Libano.

    Dello stesso giorno è la lettera che il Rappresentante della Francia presso le Nazioni Unite invia al Force Commander di UNIFIL,  Maj. Gen. Pellegrini, in cui indica la disponibilità francese ad assumersi la responsabilità di guidare la Forza Marittima per il controllo delle acque libanesi, previa richiesta formale da parte del Governo del Libano (Annesso C). Tale disponibilità è anche annunciata pubblicamente dal Presidente della Repubblica francese

    Nel pomeriggio, l’A.D. De Giorgi incontra, in forma riservata, il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Israeliana presso il comando militare di Haifa. In questa sede le Autorità israeliane prendono visione del Protocollo Operativo approntato di concerto con UNIFIL e con la Marina Libanese, ed esprimono la loro disponibilità alla rimozione del Blocco Navale qualora il Gruppo Navale a guida italiana avesse garantito la sorveglianza degli accessi via mare al Libano, secondo le modalità indicate nel suddetto Protocollo.

    In serata l’A.D. De Giorgi incontra, a bordo dell’Unità francese Siroco, il Comandante della Task Force Francese operante già da luglio in Area, che si dice favorevole alla condotta delle attività di pattugliamento in maniera coordinata tra i due Gruppi Navali, italiano e francese.
     
  • 7 settembre

    Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, scrive ai Governi Italiano, Francese, Greco e Britannico (lettera in Annesso D), richiedendo il contributo di assetti navali per avviare l’attività di pattugliamento marittimo.

    Nello stesso giorno il Maj. Gen. Pellegrini contatta l’A.D. de Giorgi richiedendo esplicitamente la disponibilità del Gruppo Navale italiano ad iniziare da subito le attività di pattugliamento, senza ulteriori richieste Ufficiali. L’Amm. Comandante conferma la piena ed immediata disponibilità italiana.

    In serata l’Amm. Comandante è convocato presso il Comando UNIFIL dove  viene firmato il  Protocollo Operativo (Annesso E) per l’impiego di una Task Force Marittima a supporto della Marina Libanese per il controllo degli accessi via mare. Il documento è sottoscritto dal Vice Capo di Stato Maggiore della Difesa Libanese, Gen. Mohsen, dal Comandante la missione UNIFIL, Magg. Gen. Pellegrini e dall’Amm. Comandante il Gruppo Navale Italiano, A.D. De Giorgi
     
  • 8 settembre

    La mattina del giorno 8 settembre l’A.D. De Giorgi partecipa, con il Comandante dell’Armée Libanese, Gen. Suleiman, alla Cerimonia di deposizione di una Corona al Monumento della pace di Beirut . Successivamente si svolge un incontro tra l’A.D. De Giorgi e lo stesso Gen. Suleiman durante il quale il Gruppo Navale Italiano riceve l’assenso ad iniziare da subito il pattugliamento marittimo.

    Il pattugliamento inizia alle ore 12.30. Al Gruppo Navale Italiano si congiungono in rapida successione anche il caccia inglese York,  l’Unità greca Kanaris e l’Unità francese Cassard.

    Alle ore 15.00 le Autorità Militari Israeliane contattano l’A.D. De Giorgi direttamente su Nave Garibaldi per ricevere la conferma che l’Italia abbia assunto il comando della Task Force Marittima Internazionale. Alle ore 1800 dello stesso giorno il Comandante in mare delle Forze Navali Israeliane in mare comunica direttamente all’A.D. De Giorgi, il passaggio di responsabilità per il controllo delle acque libanesi. Alla stessa ora le Autorità Israeliane annunciano il sollevamento del Blocco Navale.

    Il mare prospiciente le coste libanesi è finalmente libero

 

c. Considerazioni

La rimozione del Blocco Navale a seguito dell’iniziativa italiana, rappresenta un risultato di grande importanza per il Libano e di notevole rilevanza internazionale.

Questo è stato possibile soprattutto grazie alla pronta risposta fornita dall’Italia, che ha dato la sua piena disponibilità sulla base della richiesta avanzata dal Segretario Generale delle N.U. e senza pretendere alcuna ulteriore richiesta ufficiale da parte delle Autorità libanesi, contrariamente a quanto preteso dalla Francia.

La pronta disponibilità ha permesso all’Italia di guadagnare l’iniziativa sulla Francia, nazione storicamente molto vicina al Libano, assumendosi la responsabilità del controllo delle acque prospicienti il Libano e consentendo la rimozione del Blocco Navale.

Ulteriore elemento determinante è stata la scelta di redigere un Protocollo Operativo per la condotta delle attività di pattugliamento, sottoscritto anche dalle Autorità Libanesi, che sono state, in questo modo, direttamente coinvolte nella definizione e successiva esecuzione delle attività operative, in piena sintonia con quanto previsto dalla UNSCR 1701.

L’approvazione di tale Protocollo Operativo da parte delle Autorità Israeliane, ottenuta preventivamente alla sua sottoscrizione, ha infine permesso la rimozione del Blocco Navale in tempi immediatamente successivi all’avvio delle operazioni di pattugliamento.

Continua ...

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