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Sicurezza marittima: la sorveglianza del futuro passa dai satelliti e dai big data.

In tutto il mondo si stanno studiando sofisticati sistemi a pilotaggio remoto specializzati nel soccorso in mare ed anche il nostro Paese è in prima linea nello sviluppo di questi nuovi sistemi. Dopo le prime sperimentazioni, l'uso di questi droni si sta, infatti, diffondendo molto rapidamente, tant’è vero che sempre di più anche la Capitaneria di Porto italiana ne raccomanda l'adozione ai Comuni costieri e agli stabilimenti balneari: i droni del futuro, moderni “baywatchers” (meno attraenti purtroppo), decolleranno così dalla spiaggia trasportando un salvagente e lo lanceranno alle persone in difficoltà. Altri modelli saranno in grado di trasportare un canotto gonfiabile utilizzabile, ad esempio, in caso di naufragio ed in futuro modelli simili potrebbero essere impiegati addirittura per prelevare una persona dal mare o da una nave e portarla sulla terraferma. L'uso di tali tecnologie consente già oggi di accelerare i tempi dell'intervento e, in caso di condizioni meteo-marine particolarmente avverse, di limitare il rischio per il personale di soccorso. Per essere affidabile si dovrà disporre di molta “banda” per la trasmissione in tempo reale dei dati necessari al pilotaggio remoto dei droni, altrimenti come sappiamo molto bene quando il nostro computer diventa una lumaca per i file fanno fatica a scaricarsi per mancanza di banda larga, il soccorso potrebbe fallire del tutto.

La tecnologia, messa a disposizione della sicurezza marittima, è in ogni caso uno dei pilastri ( e delle vulnerabilità) con cui dovremo fare i conti nel nostro futuro, e lo sarà sempre di più con la nascita di nuovi progetti e partnership pubbliche e private. Non solo droni, ma e soprattutto satelliti e big data saranno utilizzati per contrastare l’uso illegittimo del mare alla ricerca e per la salvaguardia dell’ambiente marino.

La crescente rilevanza della dimensione marittima nel cosiddetto “Secolo Blu” spinge naturalmente verso una fattiva collaborazione per diversi programmi e progetti europei dedicati alla “maritime security” e alla sorveglianza marittima che assume un ruolo sempre determinante per il futuro geopolitico e talassopolitico del nostro Paese. Da pochi giorni a Roma è stato firmato tra Marina Militare e Agenzia Spaziale Italiana (ASI) il primo accordo esecutivo per la collaborazione inter-agenzia nel settore delle attività spaziali applicate alla sorveglianza marittima. Un’iniziativa che renderà disponibile all’amministrazione della Difesa sempre più prodotti e servizi innovativi che derivano dall’infrastruttura satellitare. Un’infrastruttura che, pur non essendo nata per questo scopo, potrà portare ad una copertura continua delle aree marittime di particolare interesse strategico e, individuando quei settori di reciproco interesse, a “perfezionare le rispettive conoscenze e competenze in materia di tutela e sorveglianza dei mari e di innovazione tecnologica nei settori correlati a tali attività. La Marina Militare fornirà così le conoscenze, procedure e mezzi utili per arrivare fino alla possibilità di prevedere lanci spaziali da piattaforme navali ed alla valorizzazione delle ampie sinergie possibili in ambito spaziale con la componente subacquea della Marina Militare.

Lo spazio sta diventando una nuova frontiera economica, poiché è strettamente collegato a un numero sempre maggiore di settori in cui può giocare un ruolo abilitante e di moltiplicatore di capacità. A conferma della strategicità di un settore che vale, solo in Italia1,6 miliardi di euro e che ha il suo perno nell’ASI (giunta quest’anno al suo trentesimo anniversario) è notizia di qualche giorno fa, con il lancio di altri 4 nuovi satelliti del, quasi completamento dell’intera copertura UE da parte dei satelliti Galileo. Con il servizio di ricerca e salvataggio (SAR) di Galileo, che consente la localizzazione di segnali di emergenza trasmessi da radiofari abilitati. Dal dicembre 2016, data di avvio dei primi servizi iniziali, ad oggi, il tempo necessario a individuare una persona, opportunamente equipaggiata, dispersa in mare o in montagna è così passato da un massimo di 4 ore a circa 10 minuti dall'attivazione dei radiofari di emergenza, con una precisione della localizzazione migliorata che arriva oggi a meno di 2Km di scarto. I nuovi satelliti permettono inoltre il cosiddetto “servizio pubblico regolamentato (PRS)” ossia un servizio criptato progettato per un uso sensibile sotto il profilo della sicurezza, ad esempio per operazioni militari idoneo a garantire la continuità del servizio, anche nelle condizioni ambientali più averse offrendo alle autorità pubbliche un servizio robusto e completamente criptato durante le emergenze nazionali o le situazioni di crisi, come gli attentati terroristici.

Un servizio simile, ma focalizzato alla sicurezza marittima, è quello presentato da Leonardo-Finmeccanica al salone aeronautico di Farnborough, in Inghilterra, con la sigla “SEonSE”, acronimo di Smart Eyes on the SEas, che, grazie all’utilizzo del cloud computing e di avanzati modelli di big data analysis, consente di accedere in tempo reale, anche da tablet o smartphone, a informazioni personalizzate su ciò che avviene in mare. SEonSE, basandosi su un brevetto di e-GEOS per l’elaborazione dei dati satellitari, acquisisce le informazioni da satelliti e radar costieri e le fonde “in modo automatico e continuo, grazie ad algoritmi proprietari, con dati di posizione inviati dalle imbarcazioni (AIS, VMS, LRIT), registri navali e banche dati di diversa natura, informazioni meteorologiche e oceanografiche”. Dati che, aggiunge il colosso italiano dell’aerospazio, “vengono inoltre confrontati con le informazioni storiche e i comportamenti abituali, permettendo di identificare condotte anomale e potenziali minacce per la sicurezza”. Il contributo delle immagini satellitari, che consentono di osservare su scala globale le aree di interesse nazionale è fondamentale non solo per migliorare la sicurezza civile e militare dell’ambiente marittimo, ma anche per la protezione del Mare e degli esseri viventi che lo popolano, l’ultima e più grande risorsa dell’Umanità.

Per la sicurezza del nostro mare, da cui dipende direttamente quella dell’Italia, è allo Spazio che la Marina Militare dovrà sempre più volgere lo sguardo, come i naviganti hanno fatto per secoli per tracciare rotte sicure e continuare il loro viaggio nella giusta direzione. 

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi - Sicurezza marittima