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India e Pakistan ai ferri corti: si riapre lo scontro, mai chiuso, sul Kashmir

Sotto i riflettori della comunità internazionale ritornano le tensioni tra India e Pakistan. Ritornano poiché tra i due Paesi esiste una rivalità storica, che si manifesta spesso nel territorio del Kashmir. Tale regione a maggioranza mussulmana (l’unica a maggioranza mussulmana del Subcontinente indiano) a cavallo tra India e Pakistan fu contesa dai due paesi sin dall’indipendenza dall’impero britannico nell’agosto del 1947. All’epoca il cosiddetto “piano di partizione” stabilito nell’Indian Independence Act prevedeva infatti che il Kashmir, allora un principato, potesse scegliere se aderire all’India, in cui i musulmani avrebbero rappresentato una minoranza della popolazione, o al Pakistan, una nazione di fatto quasi completamente musulmana. A seguito della decisione del maharaja del Kashmir, indiano di origine, tale regione divenne parte dello stato indiano. Fu così che scoppiò la prima guerra con il Pakistan, conflitto durato due anni che fece migliaia di vittime e a cui seguirono altri conflitti negli anni a seguire, l’ultimo di questi risalente al 1999 quando alcuni soldati pakistani occuparono delle postazioni dell’esercito indiano scatenando la reazione militare di New Delhi. Seguirono diversi e gravissimi attentati terroristici contro obiettivi indiani, tra cui l’Assemblea legislativa ed il Parlamento di New Delhi, per cui vennero accusati il gruppo terroristico Jaish-e-Mohammed insieme a quello di Lashkar-e-Taiba che continuarono a creare un clima di terrore in India negli ultimi decenni causando la morte di diverse centinaia di persone.

Nel corso degli ultimi anni, la crescente diffidenza di New Delhi per le pressioni separatiste nella regione a maggioranza musulmana hanno spinto il governo centrale a imporre stringenti misure di sicurezza, tra cui coprifuoco, arresti di militanti e attivisti, interruzioni dell’energia elettrica e censura di internet, che continuano ancora oggi ad alimentare le frustrazioni della popolazione locale, tra le più povere del Subcontinente. Solo nel 2018 sono state oltre 500 le vittime degli scontri, inclusi civili, forze di sicurezza e militanti, il tasso più alto degli ultimi 10 anni. Ritornando a eventi più recenti, a poche settimane dall’attesissimo appuntamento delle elezioni per il rinnovo del Parlamento indiano, martedì 26 febbraio alcuni jet militari Mirage 2000 dell’aviazione indiana hanno bombardato in territorio pakistano un campo di addestramento del gruppo terroristico Jaish-e-Mohammad, accusato dell’attentato in cui il 14 febbraio scorso hanno perso la vita 46 militari indiani in Kashmir.

Il Pakistan è stato, infatti, accusato dall’India di offrire protezione al gruppo estremista.  Nel raid due jet indiani sono stati abbattuti con  la cattura di uno dei due piloti (rilasciato il 1 marzo). Con questo “gesto di pace” il governo di Islamabad intende calmare le tensioni tra i due paesi dopo due settimane di escalation del confronto. Va ricordato infatti che India e Pakistan hanno, complessivamente, quasi 300 testate nucleari: Islamabad però, a differenza di New Delhi, non ha mai adottato nella sua dottrina il principio del “no-first-use”. Nell’area uno scontro militare di grande portata sembra essere sempre alle porte quando la tensione tra i due Paesi sale.

L’impressione di molti analisti e i sondaggi dicono, però, che la gente dei due paesi, che condivide secoli di storia e cultura, sarebbe sempre più incline alla pace. Ma finché il governo pakistano non risolverà la propria ambiguità sul Kashmir indiano, è difficile che si possa trovare un accordo pacifico definitivo. I ribelli negli anni hanno ucciso migliaia di persone e hanno colpito pesantemente l’esercito indiano. Agli attacchi dal territorio pakistano fanno seguito le ritorsioni indiane che si traducono spesso anche con misure repressive nel proprio territorio ai danni della comunità mussulmana del Kashmir indiano. In questo confronto senza tregua sembra scomparsa la capacità mediatrice della grandi potenze mondiali a partire dagli Stati Uniti d’America e della Russia che da decenni hanno relazioni importanti con ambedue i grandi Paesi del sub-continente Indiano.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi - India e Pakistan ai ferri corti