Passaggio a Nord Ovest
Per la prima volta, lo scorso 17 agosto, la petroliera russa Christophe de Margerie è riuscita ad attraversare senza rompighiaccio il passaggio che collega l'Europa all'Asia passando per il Mar Glaciale artico, la rotta marina del Nord. Un evento subito elogiato da Putin che ha definito il passaggio un momento storico per l'apertura dell'Artico, visto che il suo sfruttamento commerciale era da diversi anni tra gli obiettivi principali dei russi.
Questo tipo di petroliera che prende il nome dall'ex direttore generale della Total, morto in un incidente aereo a Mosca nel 2014, era stata messa a punto proprio per questa storica traversata: in 19 giorni è arrivata dalla Norvegia alla Corea. Un viaggio che secondo l'azienda Sovcomflot (società del governo russo proprietaria della petroliera) è durato un terzo in meno del tempo solitamente impiegato in quel tipo di rotta che passa per il Canale di Suez. A facilitare notevolmente il passaggio della petroliera l'aumento delle temperature dovuto al riscaldamento globale: i ghiacciai artici infatti si stanno lentamente sciogliendo. Una situazione che Putin vorrà subito sfruttare per acquisire ulteriori vantaggi politici ed economici. Per secoli i marinai hanno cercato un passaggio navigabile per nordovest alla caccia di un percorso più veloce e veloce tra l'Oceano Atlantico ed il Pacifico ma il ghiaccio è sempre stato un grandissimo ostacolo aggirato in parte con l'utilizzo delle navi rompighiaccio che comunque rendevano la traversata sempre proibitiva e plausibile solo durante l'estate quando lo strato di ghiaccio tende ad assottigliarsi. Questo tipo di nave fa parte di una flotta di 15 petroliere dotate di un rompighiaccio in grado di rompere ghiaccio fino a 4 metri di spessore. Con la nuova e preoccupante condizione climatica invece stando a quanto dichiarato da Sovcomflot il passaggio potrebbe essere possibile tutto l'anno, quasi fino a diventare di “routine”. Seppur facilitato però rimane un tipo di viaggio piuttosto costoso anche dal punto di vista assicurativo e impegnativo per le condizioni di sicurezza. Secondo uno studio della Copenaghen Business School il trasporto transartico non sarebbe economicamente vantaggioso almeno fino al 2040. Gli esperti ambientali prevedono però ulteriori scioglimento dei ghiacciai e questo ha indotto molti Stati ad approfittarne per lo sfruttamento delle risorse, a cominciare dall'estrazione del petrolio e del gas naturale. L'aumento degli accessi in queste acque ha naturalmente causato controversie politiche. Il Canada ad esempio considera come acque interne quelle dell'Arcipelago Artico, ma la stessa rivendicazione è stata avanzata anche dagli Stati Uniti e da altri Paesi. Per non parlare della Groenlandia, regione autonoma della Danimarca che rivendica i propri diritti su centinaia di chilometri sotto l'Oceano Artico. Nel 2007, a scanso di equivoci, un sottomarino russo piantò una bandiera sul fondale marino sotto il Polo Nord.
L'aumento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai, oltre a preoccupare dal punto di vista ecologico faciliterà lo sfruttamento di acque e territori sinora incontaminati, appertenenti a uno degli ultimi santuari al riparo dall’avidità e dalla sconsideratezza dell’uomo. Per l’Italia, l’apertura del passaggio a Nord Ovest potrebbe comportare anche gravi conseguenze economiche per la progressiva marginalizzazione del Mediterraneo, non più crocevia dei principali traffici marittimi del mondo, come peraltro accadde nel periodo fra la scoperta dell’America e l’apertura del Canale di Suez.