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Erosione costiera, a rischio il 42% delle spiagge italiane

A riaccendere le luci sul grado dell’erosione delle spiagge italiane, per quanto può sembrare strano, ci è voluto il tour dei tecnici di Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti. Con il suo Jova Beach Party in programmazione quest’anno il cantautore sta portando con successo una nuova formula fatta di musica e attrazioni sulle maggiori spiagge italiane. Non ad Albenga però dove la data del 27 luglio è stata da poco cancellata a causa dell’erosione della spiaggia, fenomeno già noto da tempo, ed esteso anche ad altre spiagge della Liguria, ma sicuramente accentuato nel corso delle ultime settimane a causa del forte maltempo. “I rilievi ortofotografici hanno evidenziato allo stato odierno una riduzione di 10/12 metri” rispetto alle misure effettuate a novembre, hanno spiegato i tecnici dalla produzione.

Così, paradossalmente, è il forfait forzato di Jovanotti ad aver portato il tema dell’erosione delle spiagge al centro del dibattito pubblico, con buona pace degli avvertimenti che studiosi e attivisti lanciano da anni.

Proprio al Savonese si riferisce, infatti, uno degli studi più allarmanti in materia, pubblicato dall’università di Genova nel 2018. Il problema però non riguarda solo Albenga o la Liguria ma l’Italia intera. È quindi questa solo l’ultima spia che denuncia, forse meglio di ogni appello ambientalista, gli effetti del riscaldamento globale sulle nostre coste.

Secondo il Servizio di difesa delle coste, attivato dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente (oggi Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, Ispra), sarebbero circa 1200 i chilometri di spiagge in inesorabile via di erosione, con
arretramenti medi superiori a 25 metri negli ultimi 50 anni. Un dato non da poco, se si tiene conto che in totale, tra terraferma e isole, le coste italiane hanno uno sviluppo di circa 8.350 chilometri, di cui 3.600 costituiti da spiagge.

Già nel 2015, prima del caso-Jovanotti, anche Legambiente aveva lanciato l’allarme con un dossier che documentava come il 42% delle nostre spiagge fosse colpito dal fenomeno: il Molise ha un’erosione della costa del 91%, la Basilicata una percentuale del 78%. Il resto del litorale adriatico, il più basso d’Italia, non se la passa comunque meglio: il tasso di arretramento è del 54% nelle Marche, del 61% in Abruzzo e del 65% in Puglia, a fronte del 42% di media nazionale. Male anche la Basilicata (78%), mentre i valori più bassi si riscontrano in Veneto e in Friuli (18 e 13%).

La causa principale, oltre il cambiamento climatico, risulterebbe essere il cemento, che ha ricoperto e trasformato negli anni oltre il 55% delle aree costiere italiane.

Secondo il dossier “Spiagge indifese” presentato da Legambiente nel 2015, l’ultimo studio sistematico sul tema, tra le cause del fenomeno ci si riferisce, infatti, all’intensa urbanizzazione delle coste, la sparizione del sedimento naturale portato dai fiumi (dovuto all’abuso delle dighe e all’estrazione massiccia di sabbia e ghiaia dagli alvei), nonché gli stessi interventi di difesa dall’erosione, spesso controproducenti perché troppo invasivi (scogliere artificiali, barriere in cemento, pennelli).

Un altro aspetto “forse ancor più grave – si legge nel dossier – è l’entità delle trasformazioni avvenute dopo il 1985, anno dell’entrata in vigore del vincolo di inedificabilità entro i 300 metri dalla linea di costa e del sistema di pianificazione paesaggistica regionale previsto della cosiddetta “legge Galasso”. Malgrado vincoli e piani, infatti, nelle Regioni studiate nel dossier si nota come da allora ad oggi sono stati cancellati e sostituiti dal cemento circa 160 chilometri di paesaggi costieri, che ha portato tra le varie cose alla scomparsa quasi totale dei “sistemi di dune” che hanno lasciato il posto alle vie di comunicazione, centri residenziali e villaggi turistici. Così negli anni si è arrivati al punto che “l’effetto di questi sconvolgimenti nell’ambiente costiero è stato il brusco aumento dei processi erosivi e la perdita di un ecosistema di alto valore ecologico, geomorfologico e paesistico”.

C’è modo di fermare o, per lo meno, rallentare il fenomeno? Certamente, nel lungo termine, intraprendere azioni concrete per diminuire l’emissione di gas serra e tenere sotto controllo l’aumento delle temperature (e di conseguenza l’aumento del livello del mare) sarebbe di grande aiuto. Sull'erosione costiera non ci sono però soluzioni standard, bensì interventi mirati su ogni località.

Ma in generale bisognerebbe cambiare mentalità, passando dall'abitudine degli interventi straordinari a quella dei lavori ordinari di tutela della costa, affinché sull’erosione si possa lavorare sulla prevenzione e sull’adattamento globale e non solo successivamente ad emergenza iniziata.

Più la costa è soffocata dal cemento, più si toglie resilienza alle spiagge. E il mare, senza la sua valvola di sfogo che è appunto spiaggia, può solo invadere i centri abitati con forza distruttiva. Per questo le difese dall’acqua dovrebbero essere più leggere possibile, tutelando le dune nei rari tratti in cui esistano ancora. Se proprio fosse necessario costruire poi, sarebbe meglio usare materiali leggeri e amovibili, come, ad esempio, il legno. Se le cose non cambiano – dicono i ricercatori – entro il 2100 (la proiezione si riferisce all’eventualità in cui la concentrazione di CO2 nell’atmosfera sia ancora al livello di oggi) una mareggiata come quella che ha colpito la costa ligure lo scorso ottobre sarebbe in grado, ad esempio, di sommergere metà del territorio comunale di Alassio, con il livello medio del mar Ligure che si innalzerebbe di oltre 120 centimetri.

L’unica soluzione rimane ora quella di una visione lungimirante per il futuro che sappia, sopratutto in politica, affrontare questo problema con coraggio e decisione per non rischiare che entro la fine del secolo le pianure alluvionali costiere siano del tutto sommerse. La parola d’ordine secondo gli esperti è ora: “rinaturalizzare” ossia liberare le spiagge dall’antropizzazione selvaggia.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

 

Fonti:
https://www.lapresse.it/spettacoli/musica/erosione_spiagge_concerto_impossibile_stop_al_tour_di_jovanotti-1661342/video/2019-07-21/

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/07/26/spiagge-erose-riscaldamento-globale-e-cemento-si-mangiano-il-42-delle-coste-senza-un-passo-indietro-sommerse-entro-fine-secolo/5347045/

http://www.mondobalneare.com/news/3534/erosione-costiera-un-problema-da-affrontare-a-lungo-termine.html

https://www.wired.it/scienza/ecologia/2017/08/14/10-spiagge-rischiano-sparire/?refresh_ce=

http://www.nationalgeographic.it/ambiente/2018/12/21/news/italia_erosione_costiera_progetto_ritmare_cambiamenti_climatici-4235705/?refresh_ce

https://marevivo.it/news/spiagge_e_dune_che_scompaiono_l_erosione_costiera-608/

Ammiraglio Giueppe De Giorgi - Erosione costiera, a rischio il 42% delle spiagge italiane.