Stati Uniti nel caos e Trump fuori controllo
Gli Stati Uniti stanno vivendo una situazione economicamente, politicamente e socialmente senza precedenti. Mentre infuria la pandemia, con un dolorosissimo bilancio di vittime, mentre le città bruciano per una nuova rivolta contro il razzismo (mai davvero sconfitto) su cui si sono innestate le gang e i gruppi estremisti inclusi i “suprematisti bianchi”, mentre in 15 Stati è stata mobilitata la Guardia Nazionale, imposto il coprifuoco, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump riesce soltanto a fomentare gli animi invece di calmarli. Spera di sfruttare a suo beneficio il clima di paura crescente in vista delle elezioni presidenziali in autunno, presentandosi come il Presidente Law and Order.
Alla reazione rabbiosa dei neri all’omicidio di George Floyd morto per asfissia schiacciato al suolo da un poliziotto inginocchiato sul suo collo, richiamando l’orrore dei tempi di “Missisipi Burning”, Trump annuncia l’invio dell’Esercito Federale; minaccia di accogliere i “cosiddetti manifestanti” con i “cani più feroci e le armi più minacciose” che lui stesso abbia mai visto; e come suo costume, scaglia accuse verso Twitter per aver contrassegnato due suoi post con un punto esclamativo, ossia il tipo di segnalazione che questo social utilizza per “bollare” cinguettii che contengano «informazioni potenzialmente fuorvianti», che necessitano – in poche parole – di fact-checking.
Un Presidente talmente fuori controllo da provocare l’insubordinazione del suo Ministro della Difesa Mark T. Esper (del suo stesso partito) che ha dichiarato di non essere disponibile a inviare le truppe federali al posto delle Guardie Nazionali di cui dispongono i singoli Governatori. Peraltro, l’Insurrection Act del 1807, invocato impropriamente da Trump, subordina l’impiego dell’Esercito Federale a specifiche richieste dei Governatori degli Stati dell’Unione.
Per addentrarci meglio in questa caotica situazione generale è bene affrontare separatamente tutte le singole questioni.
In primis c’è l’emergenza sanitaria. La pandemia negli Stati Uniti è stata sin dal principio sottovalutata in modo strumentale. Nonostante il preavviso, gli Stati Uniti si sono fatti trovare impreparati, privi di mascherine, di respiratori, con una Sanità Pubblica basata sull’assistenza privata, di eccellenza indubbiamente, ma solo per chi la può pagare. Sottodimensionata per combattere una pandemia. La popolarità di Trump è crollata. Il suo avversario nella gara presidenziale, Joe Biden lo ha sopravanzato di 10 punti nei sondaggi.
La reazione di Trump è stata quella di individuare un nemico su cui deflettere la rabbia degli americani. La Cina è diventato il nemico perfetto insieme all’Organizzazione Mondiale della Sanità, colpevole di essere, a suo dire, filo cinese.
Tutto questo mentre il Paese fa i conti con 120.000 morti di Covid 19, il doppio dei caduti in 12 anni di guerra in Vietnam. La Johns Hopkins University ha dichiarato che sono circa 1,8 milioni i contagiati, e si pensa che presto si possano superare i 2 milioni. La gravità della situazione sul piano sanitario ha ancor di più accentuato il divario di classe dando vita a uno scenario di recessione quasi peggiore rispetto a quello riscontrato nel 2008, basti pensare che dall’inizio del virus gli americani che hanno fatto domanda per ricevere il sussidio di disoccupazione sono 40 milioni[1] e che, secondo stime fatte da Goldman Sachs e Jp Morgan, economicamente parlando, il prossimo trimestre segnerà una flessione del 35-40%[2].
Il video dell’assassinio di George Floyd, divenuto virale, in cui si vede l’agente inginocchiato sull’uomo che ripete “non riesco a respirare”, ha avuto un’eco enorme provocando scontri, manifestazioni, roghi, ridando impulso al movimento di protesta chiamato “Black Lives Matter”, attivo in più di quaranta città americane. Questo episodio inoltre non va preso come un caso isolato: soltanto in Minnesota ci sono stati 200 casi simili negli ultimi trent’anni. L’ex Presidente Obama non si è potuto esimere dal commentare l’accaduto: «È naturale augurarsi un ritorno alla normalità dopo la crisi sanitaria ed economica del Covid-19, ma dobbiamo ricordare che per milioni di americani, essere trattati in modo diverso a causa della razza è tragicamente, dolorosamente ed esasperatamente ‘normale’, sia che si tratti del sistema sanitario o del sistema giudiziario o di fare jogging in strada, o semplicemente di passeggiare in un parco. Non dovrebbe essere normale nell’America del 2020. Non può essere normale. Se vogliamo che i nostri figli crescano in una nazione all’altezza dei suoi grandi ideali, possiamo e dobbiamo essere migliori»[3].
Il Presidente Trump non sembra intenzionato a riportare la calma. Cavalca spregiudicatamente la violenza contribuendo al clima di odio con dichiarazioni al vetriolo. Allo stesso modo appare indifferente alla perdita del ruolo di leadership globale degli Stati Uniti sui grandi temi mondiali, dalla sicurezza, all’economia, alla tutela dell’ambiente e ovviamente alla salute pubblica.
In un Mondo privo di leadership della massima potenza del Pianeta e con le Istituzioni Internazionali al nadir della loro rilevanza ed efficacia, il futuro appare come un mare in tempesta, da affrontare con una barca che fa acqua e priva di bussola. Siamo a posto.
Ammiraglio (a) Giuseppe De Giorgi
[1] https://tg24.sky.it/mondo/2020/05/28/coronavirus-usa-disoccupazione
[2] https://www.huffingtonpost.it/entry/donald-trump-si-sta-perdendo-lamerica_it_5ed154d7c5b67d936b9ef1e6