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Nuovo accordo tra Italia e Libia

Nella relazione Italia-Libia intervengono importanti novità in questo ultimo mese dell’anno.

Il 4 dicembre, infatti, a Roma presso la sede dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano si è svolto un incontro tra il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il capo del dicastero militare del GNA libico Salahuddin Al-Namroush conclusosi con la firma di un nuovo accordo di cooperazione militare congiunta.

Secondo quanto ha dichiarato il ministro Guerini all’indomani dell’accordo, esso è stato siglato in seno a un più ampio processo di stabilizzazione della situazione libica e l’incontro stesso è da considerarsi come la prima seduta di una Commissione congiunta italo-libica che ha proprio lo scopo non solo di dare continuità al dialogo tra i due Paesi, ma anche quello di stilare assieme una lista di priorità per lo sviluppo delle Forze Armate libiche con il supporto italiano.

I due ministri, come si legge nel Comunicato rilasciato dal Ministero degli Affari Esteri nostrano, hanno dato risalto ad alcune tematiche come la «lotta contro la pandemia, il Quadro finanziario pluriennale e il Next Generation EU. I due Ministri hanno concordato sulla necessità che il piano di rilancio europeo […] sia ora adottato in tempi rapidi, auspicando un comportamento responsabile da parte di tutti gli Stati Membri UE […]. L’incontro ha consentito uno scambio di vedute sui più recenti sviluppi in Libia, con l’identificazione di azioni prioritarie congiunte a sostegno dei processi di dialogo intra-libici sotto egida ONU, con riferimento al Forum di Dialogo Politico e all’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco del 23 ottobre. I Ministri hanno ribadito gli auspici espressi nella dichiarazione congiunta del 23 novembre al termine della riunione di Tunisi del Libyan Political Dialogue Forum e hanno rinnovato l’appello a tutte le parti libiche ed internazionali a sostenere i processi di dialogo, astenendosi da ogni interferenza» [1].

La stessa Italia, dunque, che da mesi nicchia nel dare risposte concrete alla Libia, viene presa in contropiede e scossa dalla visita del Ministro della Difesa del Governo di Accordo Nazionale libico, tanto più inattesa e significativa se consideriamo che Namroush è risaputo essere uno dei ministri più vicini alla Turchia all’interno dell’entourage del premier al Sarraj. Una visita non prevista, organizzata all’ultimo minuto, motivata però da un obiettivo ben preciso: mettere nero su bianco le condizioni di un accordo con il governo italiano per la cooperazione militare con il nostro paese.

L’accordo siglato fa menzione della partecipazione italiana a esercitazioni e manovre militari, alla strutturazione e organizzazione di istituzioni militari e di sicurezza, alla cooperazione medico-sanitaria (comprensiva della formazione da parte nostra del personale di medici e infermieri libici) e allo scambio d’informazioni e di esperienze per quanto riguarda i settori della ricerca scientifica e della sicurezza militare. Nonostante il nostro aiuto sembra confinato a un ruolo di supporto e non di difesa attiva in caso di rinnovati attacchi di Haftar sarebbe che l’Italia prendesse l’iniziativa per dare seguito concreto a questi accordi, a patto di ottenere in cambio qualcosa di concreto. Ci si è presentata una “seconda opportunità” di rivestire un qualche ruolo nella questione libica che è anche questione del Mediterraneo e dunque italiana. Noi siamo carenti e poco credibili nell’applicazione del cosiddetto “Hard Power” cerchiamo almeno di compensare con un piano incisivo di “Soft Power” nel rilancio socio-economico della Libia con investimenti congiunti Italo Libici mirati alla ricostruzione della rete energetica, nell’acqua potabile, nel settore sanitario, nel controllo dei confini terrestri e marittimi, nell’addestramento delle forze di polizia e nel contrasto al terrorismo, fra le altre possibili iniziative. Come si legge in un’attenta ricostruzione uscita per InsideOver l’accordo prevede la cooperazione nel campo della medicina militare, poiché essendo presenti da anni in Libia nell’ospedale da campo di Misurata le autorità tripoline ci hanno invitato «ad allestire un ospedale da campo nella zona di Al-Sbea’a, dove vi è già una struttura sanitaria, non lontano dall’aeroporto internazionale di Tripoli. Si tratta a bene vedere di una infrastruttura strategica, già teatro nel luglio del 2014 della guerra fratricida fra Misurata e Zintan, le due città-Stato rivali protagoniste della prima guerra civile post-rivoluzione del 2011. La battaglia aveva infine visto vittoriose Misurata e le milizie islamiste alleate di Tripoli, al prezzo però della devastazione dell’intero aeroporto. La ricostruzione è stata affidata quattro anni dopo al consorzio italiano Aeneas.

In ultimo, ma non per importanza, non dimentichiamo che da quanto emerso negli incontri tenutisi sotto l’egida dell’ONU in questo secondo semestre del 2020, con l’anno nuovo si procederà alla formazione di un nuovo consiglio presidenziale in Libia, insediandosi un nuovo organo non più composto da nove membri, ma da soli tre membri, uno in rappresentanza di ciascuna delle tre storiche regioni libiche (Tripolitania, Cirenaica e Fezzan). Si immagina anche la separazione tra la figura del presidente del consiglio presidenziale da quella del premier, laddove invece adesso entrambi i ruoli sono nelle mani di Al Sarraj. Il ruolo di premier, il più ambito, potrebbe essere preso anche a uno dei due leader di Misurata, città stato libica tra le più importanti, ossia l’attuale ministro dell’Interno Bashaga e il vice presidente del consiglio presidenziale Maitig. Entrambi stanno in questi mesi tentando di mettersi in mostra come possibili guide della Libia di domani e questa situazione di incertezza politica è da tenere sotto controllo e da valutare, in quanto va a sommarsi a tutte le altre criticità del Paese. Nel frattempo rimettiamo le navi in mare e cerchiamo di dare un contributo reale e non di facciata alla stabilizzazione e messa in sicurezza del Mediterraneo.

Ammiraglio (a) Giuseppe De Giorgi

 

[1] https://www.esteri.it/mae/it/sala_stampa/archivionotizie/comunicati/comunicato-congiunto-incontro-dei-ministri-di-maio-e-le-drian.html

[2] https://it.insideover.com/politica/italia-e-libia-stringono-un-patto-di-cooperazione-militare.html

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi - Nuovo accordo tra Italia e Libia