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Quell'11 settembre 2001

Era stata una giornata impegnativa a Capodichino, quell'11 settembre 2001. Avevamo appena completato il trasferimento terra-bordo e poi bordo-terra di circa 100 Ammiragli di Squadra e di Generali della Nato sulle navi della Squadra Navale, per assistere a una dimostrazione operativa al largo di Napoli. Anfitrione, l’Ammiraglio Guido Venturoni detto Yamamoto, temutissimo Capo di Stato Maggiore della Difesa. Il tempo era bellissimo, molto caldo, il mare era calmo.

Io ero il responsabile della pianificazione e condotta della parte aerea dell’evento. Yamamoto era stato chiaro, tutto doveva essere eseguito con la massima precisione. E quando diceva così non scherzava. Meglio non deluderlo. Avevo schierato 25 elicotteri a Capodichino, in gran parte SH 3D dalle tre Maristaeli della Marina. Avevamo appena terminato l’operazione. Il Grande Capo era rimasto soddisfatto. Ce lo aveva fatto sapere. Per il decollo da Capodichino avevo organizzato una mega formazione di tutti i 25 elicotteri, prevedendo un decollo simultaneo dalla pista per poi dirigere verso il Tirreno, per la separazione in tre sotto formazioni per il rientro alle rispettive basi. Finito il briefing pre formazione con gli altri piloti, mi trovavo in un ufficio della linea volo dell’Aeronautica Militare. La televisione era accesa. Guardavo lo schermo senza interesse, la mia testa era alla formazione che avrei guidato in volo di lì a poco. Passano le immagini di un aereo di linea che centra una delle torri gemelle, io e gli altri presenti guardavamo increduli. Nessuno pensava a un attacco deliberato. Pochi secondi dopo, appare nello schermo un secondo aereo che si infila nell’altra torre. Siamo in guerra pensai, mentre mi dirigevo di corsa agli elicotteri allineati per dare il via al decollo, ma non era il momento di agitarsi. Dovevamo rientrare alle basi al più presto, ma in ordine e in sicurezza. Il decollo fu spettacolare, 25 SH3D che occupavano tutta la pista e si levavano in volo all’unisono erano una vista imponente. Sorvolammo Napoli, vedevamo le facce della gente.  La gente ci salutava dai balconi e dalle piazze.

Una volta sul mare ci separammo.

Molti di quegli equipaggi sarebbero partiti per il Mare Arabico e per l’Afganistan nei mesi e negli anni successivi.

Ammiraglio (a) Giuseppe De Giorgi

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi - Quell'11 settembre 2001