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Varo Nave Trieste: soddisfazione, orgoglio e gratitudine

Ieri è stata varata a Castellammare di Stabia la Nave d’assalto anfibio Trieste.

Nel vedere scendere in mare il Trieste, ho provato orgoglio e gratitudine per gli uomini e donne della Marina che hanno giocato un ruolo attivo sia nella “conquista” del consenso politico e della pubblica opinione per un intervento di lungo respiro mirato a impedire l’estinzione della capacità marittima nazionale nel giro di un decennio, sia per averne consentito la realizzazione in tempi rapidissimi nonostante difficoltà di ogni genere. Mi riferisco in particolare al personale di ogni grado dello Stato Maggiore della Marina e della Direzione Tecnica Navarm guidata con determinazione dall’Amm. Bisceglia. Senza il gioco di squadra di questi due pilastri fondamentali della Forza Armata, non sarebbe stato possibile compiere il miracolo di ottenere i fondi necessari dal Parlamento, sviluppare i progetti delle navi, superare le sabbie mobili interforze e andare a contratto con tutte le navi del programma in un solo triennio. Parte determinante ha giocato il rinato Ufficio progetti del Reparto Navi dello Stato Maggiore, da me fortemente potenziato con alcuni degli ingegneri più talentuosi della F.A. e che spero di vedere ricostituito nella sua pienezza al più presto vista la necessità di controllare le Industrie della Difesa affinchè le navi siano pienamente rispondenti alle esigenze dalla Marina Militare.

Ulteriore motivo di soddisfazione è che la Nave sia stata costruita a Castellammare di Stabia in quello stesso cantiere che nel 2013 era in procinto di essere dismesso e che invece grazie alla legge navale si è visto assegnare la costruzione prima di una parte di Nave Vulcano e poi addirittura del Trieste. Chi si meraviglia per la cocciutaggine con cui la Marina ha voluto difendere Castellammare di Stabia non sembra essere consapevole che la capacità marittima di una nazione non dipende unicamente dal numero delle navi militari possedute ma anche dalla disponibilità di cantieri  e maestranze qualificate e di un’industria per la Difesa, avanzata sotto il profilo tecnologico. Per questo è necessario mantenere attive realtà industriali diffuse sul territorio nazionale, senza mai dimenticare l’apporto della piccola e media Industria della quale la Marina non può fare a meno.

A chi si rattrista di non vedere riconosciuto il proprio ruolo non solo per l’opera compiuta nello sviluppo/progettazione e contrattualizzazione di questa nuova nave e più in generale per la “legge navale” in questo triennio dico che la Forza Armata sa ciò che abbiamo realizzato insieme. Il tentativo di sminuire e sottacere la portata dei risultati conseguiti solo perché non ne è stato artefice non toglie valore all’impresa compiuta, semmai sminuisce se stesso.

In tal senso, colgo l’occasione per ringraziare il personale della Marina e non solo per i numerosissimi messaggi di congratulazioni per il varo di Nave Trieste che ho molto apprezzato e che senz’altro estendo ai tanti uomini e donne del “dream team” Marina 2013/2016, senza i quali nulla sarebbe stato possibile.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

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