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E' tempo di riprendere il mare

Dal 3 Luglio mi imbarcherò da Port Gentil in Gabon sul M/Y Barker, una ex baleniera norvegese varata nel 1950, parte della flotta di Sea Shepherd.

I miei compiti a bordo saranno di Ufficiale di Guardia in Plancia e di pilota di Zodiac, per gli abbordaggi e le ispezioni ai grandi pescherecci oceanici che operano nelle acque al largo dell’Africa occidentale equatoriale.

Il Barker è lungo 53 metri, ha un piccolo ponte di volo per elicotteri leggeri, installato a “sbalzo” sulla poppa della nave. L’equipaggio è di circa 35 persone fra volontari e professionisti: il Comandante, il Direttore di Macchina, il nostromo e altri elementi cardine per la sicurezza della navigazione. Il resto è di volontari, come me.

Dopo 45 anni di Marina, 1 anno di vita agreste (coltivazione dell’orto) e di navigazione di piccolo cabotaggio a vela, sul Barracuda, è tempo di riprendere il mare su una nave. Mi manca il respiro del mare, la vibrazione quieta delle lamiere, l’odore del gasolio, la faccia dei marinai.  La missione del Barker è perfetta per un ufficiale di una marina da guerra, perché si stratta di combattere in mare, per una buona causa: cacciare i bracconieri che uccidono specie marine in pericolo di estinzione e difendere la salute degli oceani; la nostra ultima frontiera.

Meglio di così!?

Sono entrato in contatto con Sea Shepherd, per caso, a La Spezia, durante l’ultima edizione di “Sea Future” ospitato nel nostro arsenale, quando ero Capo di Stato Maggiore della Marina.

C’era un piccolo stand di Sea Shepherd che cercava fondi e ne promuoveva la missione. Lì ho conosciuto Andrea e Giuliana, due dei principali organizzatori della prima ora, a livello nazionale. Scherzando dissi loro che quando sarei andato in pensione mi sarei arruolato. Tutti risero. Poi, qualche mese fa, ho incontrato il Capitano Peter Hammerstedt, capo delle operazioni marittime e  storico comandante di navi di Sea Shepherd che, fra l’altro, è famoso per aver dato la caccia per due mesi a una tristemente nota nave bracconiera, il Thunder, responsabile di autentiche stragi di balene, inseguendola dalle acque dell’Antartico, sino al Capo di Buona Speranza e all’Oceano Atlantico, davanti alla Liberia, sino alla cattura e affondamento della nave assassina e all’arresto del suo equipaggio. D’impulso gli ho chiesto se potevo imbarcarmi con loro. Oggi manca poco più di una settimana alla partenza. Non vedo l’ora.

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi

Ammiraglio Giuseppe De Giorgi - E' tempo di riprendere il mare